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Psicoterapeuta Milano: Dott.ssa Linda Pigazzi

Psicoterapia Cognitivo Comportamentale a Milano

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Disturbo borderline

Il disturbo borderline di personalità

Sento spesso parlare di borderline e bipolare come fossero aggettivi intercambiabili. Non lo sono affatto, si tratta di due disturbi differenti.

Il disturbo di personalità borderline (DPB) è innanzitutto un disturbo della personalità e non dell’umore. La disregolazione emotiva è parte dei criteri che lo identificano ma oltre al risentire di un umore problematico, il DPB può rendere estremamente difficile mantenere relazioni significative ed appaganti, un senso coerente dell’immagine di sé, degli altri e dei propri vissuti emotivi.

Chi soffre di disturbo borderline nutre un intenso bisogno di evitare l’abbandono e può manifestare una marcata impulsività. Questa condizione ha un impatto significativo sulla vita quotidiana, ma con il giusto supporto terapeutico è possibile migliorare la qualità della vita e trovare un equilibrio emotivo più stabile.

Cosa è il Disturbo di Personalità Borderline?

Il disturbo di personalità borderline (DPB) è una condizione psicologica complessa che influisce profondamente sul modo in cui una persona percepisce sé stessa, gli altri e il mondo circostante.  

I tratti comuni del disturbo di personalità borderline includono:

  • Instabilità emotiva: emozioni intense che possono cambiare rapidamente, anche nel giro di poche ore o minuti
  • Relazioni intense e instabili: tendenza a vivere le relazioni in modo estremamente intenso, alternando momenti di idealizzazione (vedere l’altro come perfetto) e svalutazione (vedere l’altro come totalmente negativo). La visione degli altri e del mondo è in termini bianco/nero, tutto o nulla
  • Paura dell’abbandono: timore profondo di essere lasciati o rifiutati, che può portare a comportamenti di eccessivo attaccamento o di evitamento
  • Immagine di sé instabile: difficoltà a mantenere un senso coerente della propria identità
  • Compromissione dell’autodirezionalità: fatica a formulare e mantenere obiettivi, con frequenti cambiamenti di valori e piani
  • Comportamenti impulsivi: azioni potenzialmente dannose come abuso di sostanze, spese eccessive, guida spericolata o comportamenti sessuali rischiosi
  • Autolesionismo e pensieri suicidi: in momenti di crisi, ricorso a comportamenti autolesivi o pensieri suicidi come tentativo di gestire un dolore emotivo intenso
  • Sentimenti cronici di vuoto interiore
  • Rabbia intensa e difficile da controllare
  • Brevi episodi dissociativi o pensieri paranoici in situazioni di stress elevato

Le persone con disturbo borderline tendono a sperimentare emozioni intense e instabili, che possono cambiare rapidamente da un momento all’altro. Spesso, queste persone si sentono sopraffatte dai propri sentimenti e possono avere difficoltà a gestirli in modo sano.

Le persone con DPB vivono un disperato timore di abbandono che tendono a prevedere anche dove non c’è. A causa della mancanza di fiducia negli altri è per loro molto difficile vivere relazioni interpersonali profonde. Sono costantemente vigili nel cogliere segni di critica o rifiuto, anche quando questi non esistono: per loro l’altro prima o poi li abbandoneranno, lo trascureranno o lo maltratteranno.

Non conoscono mezze misure: vedono il mondo, sé e gli altri in bianco e nero, fattore che certo non le aiuta a mitigare l’intensità dei vissuti emotivi, a stabilizzare l’immagine di sé né l’andamento delle relazioni.

Le loro relazioni oscillano così da un vissuto di estrema idealizzazione ad altrettanti ed alternati vissuti di totale svalutazione dell’altro. Ne conseguono rapporti sì molto stretti ed intensi ma al contempo altrettanto instabili e conflittuali, oscillando tra atteggiamenti di sottomissione ad altri di aggressività.

Per la labilità emotiva che li caratterizza sono molto vulnerabili ai periodi di stress e a scambi comunicativi minimamente conflittuali ove reagiscono improvvisamente e rapidamente con emozioni intense e sproporzionate, da cui rimangono in balia a lungo prima di calmarsi.

Uno spettro di gravità

È importante sottolineare che la gravità del disturbo può variare considerevolmente da persona a persona:

  • Alcuni riescono a mantenere relazioni amicali e lavorative abbastanza stabili
  • Altri possono avere difficoltà più severe che richiedono interventi psichiatrici
  • Molti sono individui intelligenti ma il disturbo può ostacolare il completamento degli studi o l’ottenimento di un lavoro all’altezza delle loro competenze
  • Frequenti sono i “periodi di crisi” e la presenza di altre patologie in comorbilità come disturbi d’ansia, dell’umore o dell’alimentazione

È importante sottolineare che queste caratteristiche non definiscono completamente la persona che vive con il DPB; sono piuttosto manifestazioni di un profondo dolore emotivo e di meccanismi di adattamento problematici sviluppati spesso in risposta a esperienze di vita difficili.

L’impatto del disturbo borderline della personalità sulla vita quotidiana

Vivere con il disturbo borderline comporta dunque numerose difficoltà che impattano significativamente sulla qualità della vita:

Gestione emotiva difficile: La gestione delle emozioni è una delle sfide principali, con un’esperienza di stati d’animo che possono risultare travolgenti e difficili da controllare, nonché sembrare sproporzionate agli occhi degli altri.

Relazioni interpersonali tumultuose: L’intensità emotiva che caratterizza il disturbo può portare a conflitti, incomprensioni e sentimenti di confusione. La paura di abbandono e i rapidi cambiamenti nella percezione dell’altro possono portare a comportamenti di attaccamento eccessivo (con idealizzazione) o, al contrario, di allontanamento e rifiuto (svalutazione). La difficoltà a relazionarsi in modo sano con gli altri e a mantenere legami affettivi stabili può far sperimentare alla persona con disturbo borderline anche una profonda solitudine.

Incertezza identitaria: Può essere difficile mantenere un senso stabile di chi si è, con frequenti cambiamenti nei valori, nelle preferenze e negli obiettivi. Ciò può portare a vissuti di frustrazione ed insoddisfazione.

Impulsività problematica: Decisioni prese nel momento di intensa emozione possono portare a conseguenze negative a lungo termine.

Stigma e incomprensione: Il DPB è spesso frainteso e stigmatizzato, portando a diagnosi errate o ritardate e a difficoltà nell’ottenere supporto adeguato.

Pensieri autolesivi: In momenti di estrema sofferenza emotiva, possono emergere pensieri suicidari o comportamenti autolesivi come tentativo di gestire il dolore emotivo. Oltre agli atti autolesivi cui sino al 70% di chi ne soffre ricorre, possono assumere sostanze stupefacenti o abusare d’alcool come forma di auto medicamento per i vissuti intensi di rabbia, depressione o vuoto. Altri esempi possono essere il guidare in modo spericolato o l’avere rapporti sessuali promiscui.

Difficoltà lavorative o accademiche: L’instabilità emotiva e relazionale può interferire con la capacità di mantenere una carriera stabile o di completare percorsi educativi.

Cause del disturbo borderline

Ad oggi si è giunti a concludere che vi sia una multifattorialità eziopatogenica.

Da un lato pare vi siano implicati fattori genetici e temperamentali tra i quali ad esempio ridotti livelli di serotonina potrebbero essere causa della vulnerabilità emotiva di queste persone, per cui episodi di rilevanza minima per i molti scatenano in loro reazioni emotive intense.

Dall’altro vi sono anche fattori ambientali, intesi come l’ambiente socio famigliare di riferimento.

Dati clinici rilevano come spesso, nella storia di vita di questi pazienti, vi siano episodi di trascuratezza e maltrattamenti, ove la figura di attaccamento è stata “invalidante”.

Il caregiver non solo non riconosce gli stati interni del bambino, futuro paziente, ma addirittura li minimizza, li svaluta, li critica o li punisce. Vulnerabili al DPB sono dunque figli di genitori criticanti, svalutanti e maltrattanti sul piano emotivo, psicologico se non addirittura fisico.

Spesso sono figli di genitori affetti a loro volta da patologie mentali o che abusano di sostanze e/o che sono cresciuti in un ambiente di deprivazione sociale, povero e marginalizzato, che hanno assistito a violenze domestiche.

Un ambiente di sviluppo imprevedibile ed instabile che ha messo le basi per esperienze post-traumatiche che hanno minato la loro fiducia di base nelle relazioni interpersonali nonché nelle loro stese capacità di placare emozioni spiacevoli.

Curare il disturbo borderline di personalità

Trattandosi di un disturbo di personalità difficilmente il paziente si rivolge ad un terapeuta consapevole del proprio disturbo. Nella maggior parte dei casi decide di richiedere una consulenza per problematiche ansiose, dell’umore, disturbi alimentari, problematiche di dipendenza a sostanze o al gioco di azzardo o per difficoltà nelle relazioni con i partner o familiari in genere.

Perché la Psicoterapia è Importante?

La psicoterapia è uno degli strumenti più efficaci per trattare il disturbo di personalità borderline. Un percorso terapeutico mirato può aiutare la persona a gestire le emozioni intense, migliorare la qualità delle relazioni e sviluppare una visione più sana di sé.

La terapia cognitivo comportamentale ha per obiettivo il rivelare passo passo le dinamiche di funzionamento del paziente, ovvero la visione che ha di sé, degli altri, di come pensa che gli altri lo vedano e di quanto l’andamento delle relazioni sia da tutto ciò condizionato.

Parallelamente si persegue l’obiettivo di far acquisire al paziente abilità di regolazione degli stati emotivi, di modo da renderli meno intensi e poter così agire in modo più funzionale alle diverse situazioni.

Lavorare su questo aspetto non esclude l’approccio cognitivo, che si preoccuperà in prima battuta di svelare un bias cognitivo tipico del disturbo: il pensiero dicotomico (ovvero il valutare le proprie esperienze, sè e gli altri in termini bianco o nero) che porta ai vissuti intensi di questi pazienti.

La dottoressa Pigazzi si avvale inoltre più che mai per questo disturbo delle cosiddette psicoterapie cognitive di terza generazione, evoluzioni della psicoterapia cognitivo-comportamentale standard che hanno dimostrato efficacia proprio per il disturbo di personalità borderline, come la Dialectical Behavior Therapy (DBT), sviluppata specificamente per affrontare questo disturbo dalla dottoressa Marsha Linehan.

La psicoterapia dialettico comportamentale (DBT) si concentra sull’accettazione di sé e sul cambiamento comportamentale. Aiuta il paziente a imparare a regolare le proprie emozioni, tollerare il disagio, migliorare le abilità interpersonali e affrontare i pensieri e comportamenti autodistruttivi in modo più sano.  

La psicoterapia può anche essere utile per esplorare le cause più profonde del disturbo, spesso legate a esperienze di trauma o abusi, e per aiutare la persona a sviluppare un senso di identità più stabile e positivo.

Infine può essere necessario affiancare il percorso psicoterapico ad una terapia farmacologica, volta ad equilibrare l’emotività, ad esempio mitigando un episodio depressivo o riducendo in frequenza ed intensità gli stati ansiosi (a questo scopo vengono impiegati stabilizzatori dell’umore ed antidepressivi).

Come la Psicoterapia può Aiutare: Vantaggi di Intraprendere un Percorso Terapeutico

La terapia consente di affrontare in modo sicuro ed efficace le difficoltà legate al disturbo borderline. Innanzitutto attraverso un’esplorazione delle emozioni e ei comportamenti che derivano dal disturbo, fornendo strumenti pratici per affrontarli in modo costruttivo.

L’approccio terapeutico non si limita a risolvere i sintomi del disturbo, ma mira a promuovere una trasformazione più profonda, che consenta di sviluppare una vita più equilibrata e soddisfacente.

Decidere di affrontare il disturbo borderline attraverso la psicoterapia può portare a trasformazioni significative:

  • Sviluppo di strategie efficaci per regolare le emozioni intense
  • Costruzione di relazioni più stabili e soddisfacenti
  • Sviluppo di un senso più coerente e positivo di sé, rafforzando quindi senso di identità ed autostima
  • Maggiore capacità di fare scelte consapevoli anziché reagire impulsivamente
  • Imparare a tollerare il disagio emotivo, capacità di gestione delle crisi senza ricorrere a comportamenti dannosi
  • Migliorare la capacità di riflettere sui propri stati mentali e su quelli degli altri
  • Miglioramento della qualità della vita in ambito lavorativo e sociale
  • Riduzione dei sintomi di ansia e depressione spesso associati al DPB

Il percorso terapeutico non è sempre lineare e richiede impegno, ma i risultati possono essere profondi e duraturi. Molte persone con DPB riescono a raggiungere una significativa remissione dei sintomi e a costruire una vita soddisfacente.

Un Invito a iniziare il Tuo Percorso di Guarigione

Se riconosci in te stesso o in una persona cara i segni del disturbo di personalità borderline, è importante sapere che non sei solo e che esiste una strada verso il miglioramento.

Come psicoterapeuta specializzato nel trattamento del disturbo borderline, offro uno spazio sicuro, non giudicante e comprensivo dove poter esplorare le tue difficoltà e iniziare un percorso di guarigione. Il mio approccio è personalizzato e tiene conto delle tue esperienze uniche, dei tuoi punti di forza e delle tue sfide specifiche.

Il primo passo può sembrare intimidatorio, ma è anche l’inizio di un viaggio verso una vita più stabile, appagante e autentica. Ti invito a contattarmi per un primo colloquio, durante il quale potremo conoscerci, discutere delle tue preoccupazioni e stabilire insieme gli obiettivi del percorso terapeutico.

Non lasciare che il disturbo borderline continui a controllare la tua vita.
Con il sostegno adeguato, è possibile trasformare il dolore in crescita e costruire una vita che valga veramente la pena di essere vissuta.

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DOTT.SSA LINDA PIGAZZI

Iscrizione all’albo degli psicologi della Regione Lombardia n° 12341
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo comportamentale a Milano e online, specializzata in terapia EMDR e IFS.

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